Stiamo vivendo ore di apprensione per le sorti della giornalista Cecilia Sala, incarcerata da due settimane a Teheran senza alcuna motivazione formale. Sala è una professionista stimatissima che ha saputo raccontare con fedeltà e coraggio le realtà di cui è stata testimone, specialmente in teatri di guerra, specialmente in Medio Oriente.
Diverse fonti suggeriscono che lo scopo del regime iraniano sia politico, che si tratti cioè di un sequestro mirato ad ottenere uno scambio di prigionieri. Qualora le finalità fossero di questa natura per così dire pragmatica, ci teniamo a sottolineare che compiere un’ingiustizia ai danni di chi fa informazione libera non sia mai una buona idea e sia anzi controproducente per chi lo fa. Violare il racconto autentico dei fatti o chi lo fa mina la propria credibilità ed espone il fianco alla propaganda esterna.
Una lezione, questa, che ci ha ricordato la stessa Cecilia Sala quando nei giorni successivi al 7 ottobere faceva debunking delle notizie sui crimini commessi da Hamas, perchè sosteneva che fosse importante distinguere i fatti dalle voci per poter essere credibili nell’accertamento delle responsabilità.
Distorcere la realtà o colpire i giornalisti liberi significa contrarre un debito nei confronti della verità, che prima o poi si pagherà sotto altra forma. La stampa libera deve essere protetta da tutti, perchè conviene a tutti.
Nello stringerci intorno alla famiglia di Cecilia e nell’esprimere fiducia nei confronti delle istituzioni italiane al lavoro in queste ore, come Volpi Scapigliate vogliamo quindi associarci all’appello rivolto da Articolo21 all’ambasciatore iraniano Mohammad Reza Sabouri: https://www.articolo21.org/2024/12/chiediamo-lurgente-liberazione-di-cecilia-sala-lettera-aperta-allambasciatore-reza-sabouri/.
Speriamo davvero che le ore e i giorni portino consiglio
Andrea “Andy” Rocchelli è stato ucciso, insieme all’attivista per i diritti umani e interprete Andrei Mironov, il 24 maggio 2014, nelle vicinanze della città di Sloviansk, in Ucraina, mentre documentava le condizioni dei civili intrappolati nel conflitto del Dombass. Il 12 luglio 2019 la Corte d’Assise di Pavia ha condannato Vitaliy Markiv a 24 anni di reclusione per concorso di colpa in omicidio di Andy e Andrei e giudicato lo stato ucraino responsabile delle loro morti. Il 3 novembre 2020 l’imputato è stato scagionato nel processo d’appello per insufficienza di prove. La ricerca di verità e giustizia per Andy Rocchelli è tuttora in corso.
Andrea “Andy” Rocchelli was killed on May 24th 2014, along with the human rights activist and interpreter Andrey Mironov. They were murdered in the outskirts of Slaviansk, Ukraine, while documenting the living conditions of the civilians trapped between the frontlines of the Donbass conflict. On July 12th 2019, the Pavia court of justice condemned Vitaly Markiv to serve 24 years in jail for his contribution to the double murder, and judged the Ukrainian state responsible of Andy’s and Andrey’s deaths. Mr Markiv has been acquitted on November 3rd 2020 for lack of evidence within the appeal process. The quest for truth and justice for Andy Rocchelli is ongoing.