Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il numero dei conflitti tra stati sovrani nel mondo è fortunatamente continuato a calare, insieme al numero di morti in combattimento. D’altra parte, però, sono aumentate le guerre civili, non convenzionali, quelle più terribili per la popolazione disarmata. E insieme ad esse sono aumentate le uccisioni di giornalisti, come documenta il CPJ, Committee to Protect Journalists, in una serie storica lunga quasi 30 anni:
Non c’è nulla di casuale in tutto questo. Nel ventunesimo secolo, nel contesto di istituzioni internazionali fortemente regolamentate e di un’opinione pubblica più informata e connessa che in passato, è molto più difficile che uno stato si imbarchi in un’impresa impopolare come una guerra regolare. Scoppiano invece focolai più piccoli, scontri sanguinosi tra bande, che sono molto più difficili da monitorare e controllare. A farne le spese sono anche i reporter come Andy Rocchelli, che sono i nostri testimoni sul campo e per questo rappresentano la nostra unica speranza di cambiare la direzione della storia.
Il processo in corso a Pavia per l’uccisione di Andy ha esattamente a che fare con questo, lo abbiamo detto con forza e non ci stanchiamo di ripeterlo. Perché la perdita dolorosa di un amico e di un concittadino ci ha anche offerto un’opportunità unica, di portata storica. Questo processo, reso possibile dall’infaticabile lavoro dei ROS e della Procura di Pavia, può davvero rappresentare un precedente e un monito, a livello internazionale. Per quanto perversa e sporca sia la prossima guerra che combatterete, non toccate i giornalisti: loro sono lì per conto nostro.
Mancano 4 udienze al termine del dibattimento, e i prossimi venerdì sono destinati ad essere decisivi, con le requisitorie di parti civili e difesa, fino alla sentenza del 12 luglio. Per questa ragione è importante che la cittadinanza partecipi, facendo sentire la propria presenza in tribunale, al nostro fianco. E’ importante che si senta la nostra vicinanza alle istituzioni, che sia chiaro che la morte di Andy è qualcosa che riguarda la nostra comunità, il bene di tutti, e il nostro futuro. Noi non ci stanchiamo di ripeterlo: questa non è una questione privata.
Vi aspettiamo in Tribunale a Pavia, la prossima udienza è fissata per il 14 giugno.