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Da barriere a ponti: camminiamo con Andy

Il prossimo 24 maggio sarà l’anniversario dell’uccisione di Andy.

A cinque anni da quella data restano ancora molte ombre sulle dinamiche che hanno portato alla sua morte.

In questi mesi è in corso a Pavia un processo per accertare quanto realmente accaduto.

Noi, amici di Andy, abbiamo deciso di organizzare una camminata per affermare con forza l’esigenza di giungere alla verità.

Partiremo dalla Piazzetta Rocchelli (Via Razzini, Pavia – ritrovo alle ore 7.30), che si trova nel quartiere dove Andy è cresciuto, proseguiremo poi verso il cimitero di San Lanfranco per raggiungere infine il tribunale di Pavia.

L’evento è aperto a tutta la cittadinanza e chiunque potrà scegliere se partecipare a tutto il percorso o aggregarsi solo per un tratto.

Alle ore 9.30 avrà inizio la quattordicesima udienza del processo a porte aperte.

Passo dopo passo, ci avviciniamo alla verità.

Per informazioni info@andyrocchelli.com

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12 Aprile 2019: dodicesima udienza del processo

Nell’udienza di Venerdì 12 aprile hanno testimoniato:
  1. Fabrizio Romano: ex-ambasciatore italiano a Kiev, prestò servizio fino all’autunno 2016 e si occupò direttamente del rientro dei corpi di Andy ed Andrey da Slaviansk a Kiev. Le dichiarazioni rilasciate alla corte sono state generiche circa tale procedura di trasporto ( per la quale fu necessario organizzare un canale di sicurezza e garantire che le forze ucraine non sparassero al guidatore russo che volontariamente coprì parte del tragitto ); Romano ha confermato come la copertura dell’evento da parte dei media ucraini e russi fosse stata totale, mettendo quindi in dubbio la validità della versione dei due generali ucraini venuti a testimoniare volontariamente alcuni mesi fa (affermarono di non aver mai saputo del fatto prima dell’arresto di Markiv); Romano ha inoltre ricordato di aver iteratamente sollevato durante gli incontri tra istituzioni ucraine e amabasciata la necessità di una sollecita ricerca della verità sull’omicidio di andy ed Andrey e sul ferimento di William Roguelon.
  2. Luca Soldati: avvocato esperto di balistica ingaggiato dalla difesa come consulente. L’avvocato si è basato sulla rogatoria ucraina e sul referto autoptico per ipotizzare che: non furono colpi di mortaio diretti bensì schegge ad uccidere Andy; la provenienza di quest’ultime da colpi di mortaio è però difficile da attestare a suo parere; per Mironov, decapitato, ha ammesso che si trattò di colpi di mortaio.
Ipotizza poi un fuoco incrociato (tra filo-russi ed esercito ucraino?) perchè il taxi era crivellato da colpi in entrambe le direzioni: ammette di non aver mai considerato che per tentare di salvarsi il tassista ha fatto una svolta ad U mentre era sotto tiro.
Viene smentito circa la dimensione delle lesioni da arma da fuoco rilevate sul corpo di Andy, in principio minimizzate.
Ipotizza che sullo zaino di Andrea siano state rinvenute sostanze riconducibili a fuochi d’artificio, seppur poco probabili nel Donbass in quei giorni.
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15 e 22 Marzo 2019: decima e undicesima udienza del processo

Il 15 Marzo si è svolto l’esame dell’imputato Vitaly Markiv: secondo la legge italiana, l’imputato interrogato può avvalersi della facoltà di non rispondere e non è tenuto a riferire la verità -non vi è infatti alcun giuramento vincolante.
  • quesiti posti dalla procura di Pavia: viene chiesto all’imputato di individuare e potenzialmente riconoscere dei militari ucraini nelle foto tratte in sequestro all’imputato stesso al momento dell’arresto.
    L’imputato si è astenuto dal rispondere a buona parte dei quesiti e altrove ha sostenuto di non riconoscere nessuno dei volti e nominativi noti alla procura pavese, benché queste persone si trovassero sulla collina di Karachun negli stessi giorni di M.;

    l’imputato ha sostanzialmente confermato il suo ruolo sulla collina di Karachun da cui partirono i colpi di mortaio: egli doveva trasmettere agli operatori dei mortai le coordinate dei bersagli e comunicare eventuali movimenti entro l’angolo di visuale a lui assegnato;

    l’imputato ha evitato di rispondere circa le discrepanze tra la versione dei fatti resa duranti gli interrogatori post-sequestro (2017) e quella resa in aula;

    M. ha sostenuto che i mortai sono arrivati solo a fine maggio sulla collina su cui si trovava;

    l’imputato si è mantenuto vago circa la provenienza degli ordini cui ha obbedito, l’esistenza di un documento scritto e reperibile con i turni dei militari sul Karachun e le rispettive mansioni;

    tra le altre foto sequestrate presenti sui dispositivi dell’imputato vi erano diverse immagini di uomini torturati; commentando uno di questi M. riferisce che si trattava di un commilitone che aveva festeggiato troppo la sera prima.

  • le parti civili si sono soffermate sulle violazioni dei diritti umani documentate nel materiale fotografico sequestrato a M. e sulle incoerenze tra le diverse versioni dei fatti (posizione, tempistica, ruolo, armi)
Ecco un link al servizio del TgR delle 19:30 di Venerdì: il servizio sul processo è al minuto 14:01.
Venerdì 22 Marzo:
  • I testimoni previsti per la difesa (tassista di Sloviansk e commilitoni dell’imputato) non si sono presentati mentre ha testimoniato a sorpresa la dirigente del dipartimento giuridico della Guardia Nazionale Ucraina; lo scopo della sua venuta era riferire circa un documento di cui è venuta in possesso la Procura di PV pochi giorni dopo l’arresto di Vitaly Markiv. In questo documento, siglato e controfirmato dalla GNU, si indicavano otto militari ucraini ai quali era stato ordinato di riferire alla procura italiana un’unica versione dei fatti confezionata a favore di Markiv.

    La teste nega la veridicità del documento on motivazioni per lo più incoerenti tra loro (timbro sbiadito, timbro non regolamentare, mancato inserimento nel registro di cui peraltro non ha portato copia). La teste afferma inoltre di essere in servizio dal 2016 e di non avere idea dei nominativi citati nel documento, pur essendo la dirigente del dipartimento legale della GNU.
    La testimonianza è stata lunga per un contenuto quasi assente, l’impressione generale è che la teste non avesse intenzione alcuna di collaborare né fosse  a conoscenza del caso e che magari fosse stata a sua volta istruita sulla versione (lacunosa ed incoerente) da ripetere in aula.

  • diversi militari testimoni della difesa non si sono presentati in aula Venerdì e negano la loro presenza nelle udienze future -talvolta sono irreperibili. Le motivazioni addotte sono la paura di arresto da parte della procura di Pavia (inconsistente: violerebbe il codice penale internazionale; la procura stessa si è adoperata affinché i due generali venuti in precedenza non perdessero l’aereo…) e il timore per eventuali aggressioni da parte degli spaventosissimi amici di Andy che vengono al processo e distribuiscono addirittura qualche volantino.
La nuova rogatoria chiesta dalla difesa non è stata concessa dalla presidentessa della corte che ha invece assicurato un servizio di scorta per i testimoni ucraini.

Annullamento udienza del 29/3 per attendere che i testimoni della difesa decidano di venire; prossime udienze: 12 Aprile (forse commilitoni ucraini), 17 Maggio, 14 e 21 Giugno