La corte ha inizialmente convocato i legali e la procura di Milano in un’aula separata e li ha informati delle accertate minacce e pressioni subite dalla una delle traduttrici incaricate nel 2018 dalla procura di Pavia. La traduttrice sarà parte offesa in un separato procedimento giudiziario.
La difesa dello stato ucraino ha chiesto l’integrale ri-traduzione di tutti i documenti del I grado forniti dalla traduttrice minacciata; la richiesta è stata respinta con eccezione del testo di una delle intercettazioni ambientale in carcere, la cui nuova traduzione è stata richiesta anche dalla procuratrice di Milano, Annunziata Cieravolo.
Tale traduzione implica uno slittamento delle udienze al 15/10 e 23/10.
La corte pone inoltre a verbale una comunicazione “irrituale”: la sera prima della II udienza il ministro della giustizia ucraino ha mandato una mail direttamente alla giudice Ichino, presidente della Corte d’Appello.