In queste settimane abbiamo spesso pensato se fosse o meno il caso di rispondere agli articoli apparsi sul New York Times, su Il Post.
Solitamente evitiamo di fomentare la polemica soprattutto se priva di fondamenta. Siamo però dispiaciuti e amareggiati per quanto sta accadendo. Ci spiace leggere articoli di giornalisti che mai hanno partecipato ad una singola udienza. Leggiamo di politici che appoggiano versioni e posizioni discutibili senza avere una reale conoscenza del caso. Quindi, abbiamo deciso di sbottonarci un po’ e di dire con schiettezza cosa pensiamo.
In risposta a quanto letto, vi avremmo potuto parlare di quanto sia stato pesante presenziare in quell’aula di tribunale con gli occhi puntati addosso, a subire gomitate, a sentirci dire che siamo dei razzisti, con la sola colpa di essere interessati a seguire questa vicenda. Avremmo potuto parlare delle foto che abbiamo visto in aula, che testimoniano gli orrori di una guerra in cui le vere vittime sono i civili.
Avremmo potuto ricordarvi del piano di evasione progettato da Markiv. Potremmo maneggiare tanto di ciò che abbiamo visto e sentito per spingervi a pensarla come noi. Ma questa non è ciò che vogliamo.
Le Volpi Scapigliate sono nate a sostegno della famiglia Rocchelli durante il processo e hanno l’obiettivo di appoggiare la libertà di stampa, sostenendo tutti coloro che danno voce a chi non può far sentire la propria. Crediamo nella giustizia e crediamo nell’importanza di questa sentenza. Per Andy, per tutti i civili e i reporter uccisi in teatri di guerra.
Markiv, insieme ai suoi ha ucciso dei civili, Andy forse è solo una delle vittime. In questo modo, che piaccia o meno, sono state violate le norme della Convenzione di Ginevra che tutela e protegge i civili in tempo di guerra.
A tutti lasciamo allegate le motivazioni della sentenza che comprendono le trascrizioni del processo oltre che le conclusioni, un mezzo ufficiale da cui potrete trarre le vostre opinioni in modo libero.
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